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Servizio clienti PRO LIFE | Gravide | 28 luglio 2019

Da qualche tempo, Anita* vive per strada. A 18 anni ha lasciato la sua famiglia perché non sopportava più i continui litigi tra i suoi genitori. Sin da bambina non ha mai saputo cosa volesse dire sentirsi al sicuro.

Senzatetto e incinta - Anita vive per strada da qualche tempo ormai. Quando aveva 18 anni, ha lasciato la sua famiglia perché non sopportava più le lotte tra i suoi genitori. Da bambina non ha mai avuto la sensazione di sicurezza. Caduto dal "nido", Anita trova riparo con i suoi colleghi.

Scappata dal «nido», Anna trova rifugio presso un collega, prima qui, poi là... Il suo collega fa uso di droghe pesanti. Col tempo, anche Anita ne diventa dipendente. La sua vita ora sembra sempre più in salita.

Dopo qualche tempo, la situazione precipita del tutto e finisce a vivere per strada. Senza alcuna sicurezza. Anche il suo amico ora è dipendente dalla droga e senzatetto. Anita rimane incinta. In preda alla disperazione, decide di contattarci.

«Come posso avere un bambino? Non ho proprio niente da offrirgli!» Le diamo ascolto. Anita ci racconta della sua vita difficile e senza certezze. Le chiediamo cosa intenda per «avere qualcosa da offrirgli»? Discutiamo con Anita di ciò che a un bambino non dovrebbe mai mancare: amore, sentirsi desiderato, sicurezza e protezione. Tutte cose molto importanti per un bambino.

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Nel corso di un incontro personalizzato, valutiamo nuove strade insieme ad Anita: una vita senza droga. Una vita sicura. Una vita con un figlio. Anita dice: «Non ce la faccio». Le diamo ragione: «Sì, da sola non puoi farcela. Ma noi ti sosterremo e ti daremo aiuto con i fatti, non a parole. Così puoi farcela!»

Anita prova a fare questo passo verso la libertà. In collaborazione con le autorità, facciamo in modo che sia assegnata ai lavori sociali e riceva un tetto. La via è impervia, ma lei non si arrende. Oltre a una terapia mirata, riusciamo a farle ottenere un accompagnamento abitativo e un supporto in una «Casa di accoglienza », e ad organizzare offerte in natura per l’appartamento e il bambino.

La cosa sembra di nuovo assumere una portata troppo grande per Anita. La sua speranza che la sua famiglia la sostenga in questo suo nuovo percorso va subito in frantumi: tutti le dicono soltanto: «Non potrai mai farcela!». Ci chiede di trovare una buona famiglia per suo figlio. Ma noi crediamo in Anita: «Ma certo che puoi farcela ed essere una buona madre per tuo figlio. Non puoi farcela da sola; ma, con il nostro aiuto, ce la farai». Incoraggiamo costantemente Anita a continuare a percorrere questa strada. Anche quando sembra sempre più impervia e lunga, noi continuiamo ad accompagnare lei e il suo piccolo, fedeli alla nostra convinzione che ogni vita umana nella nostra società sia importante: che si tratti di un bimbo non ancora nato, di un neonato, un disabile, un malato o un anziano. La vita umana non deve essere valutata in base alle prestazioni e alle capacità, poiché queste sono transitorie.


* Nome conosciuto presso la redazione


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