Violenza domestica

Quando chiama il «Dono del cuore», la signora Marcianetti è completamente affranta ed è grata di poter descrivere in dettaglio la situazione alla consulente. «Continuavo a credere a mio marito quando mi prometteva che non mi avrebbe più picchiata», dice con la voce soffocata dalle lacrime. Ma dopo un atto di violenza particolarmente grave e l’intervento della polizia, si è resa conto che non poteva continuare così.

Che tipo di aiuto vorrebbe dal «Dono del cuore»?, le chiede la consulente. Risponde che avrebbe bisogno di assistenza per imparare ad affrontare una situazione così pesante e capire dove trovare aiuto. «Inoltre sono cristiana e mi piacerebbe potermi confrontare con persone che hanno lo stesso modo di pensare.» Solo il fatto che suo marito non si interessa affatto alle questioni di fede l’amareggia molto.

Poiché la signora Marcianetti si sente completamente impotente, è importante che riceva rapidamente assistenza da un centro di aiuto alle vittime di reati o da una casa di accoglienza per donne maltrattate. Una volta intraprese le prime misure, anche la sua situazione abitativa si stabilizza. Grazie alla mediazione della consulente, potrà prendere appuntamento con una psicoterapeuta, a cui potrà parlare anche della sua fede. Durante l’ultima conversazione telefonica dice con gioia: «Sto meglio e sono riuscita a stabilire i primi contatti con altri cristiani. Mi sento in pace con le mie domande e la psicoterapeuta mi sta aiutando a elaborare le esperienze traumatiche.»

La signora Marcianetti è consapevole che la strada per uscire da un rapporto segnato dalla violenza è lunga e accidentata. Ma il fatto di appartenere a una rete sociale che la supporta le dà coraggio per continuare sulla strada che ha imboccato.